La legge italiana è chiara sul fatto che, per aprire un bed & breakfast, non sia necessariamente obbligatoria l’apertura di una partita IVA; eppure, questo non vuol dire che non esistano altri adempimenti a cui far fronte. Per avviare un’attività di questo tipo, infatti, è opportuno comunicare le proprie intenzioni al Comune di appartenenza, rispettare tutte le norme di sicurezza, i requisiti sanitari e, soprattutto, le indicazioni fornite dai regolamenti urbanistico-edilizi.
Esistono poi altri adempimenti minori, tra cui la comunicazione obbligatoria, agli enti competenti, relativa ai prezzi praticati per il soggiorno e i dati relativi agli ospiti presenti alle autorità di pubblica sicurezza. È, altresì, importante anche rispettare il periodo di chiusura fissato dalla legge, riscuotere la tassa di soggiorno, dichiarare quanto incassato e versare regolarmente le imposte.
Ma cerchiamo di procedere con ordine e facciamo chiarezza circa le regole alle quali ci si dovrebbe attenere quando si gestisce un B&B per evitare di rischiare sanzioni.
Indice:
Bed & Breakfast: i requisiti dell’abitazione
Le regole da rispettare quando si vuole aprire un bed & breakfast cambiano in base alla località presso la quale è situato l’immobile; pertanto, è molto importante fare riferimento alle relative disposizioni regionali.
Se determinate regole sono valide soltanto in alcune regioni dello Stivale, ciascuna delle attività che fa capo al Codice del Turismo è tenuta a rispettare le seguenti disposizioni:
- la struttura deve essere dotata di almeno un bagno destinato esclusivamente agli ospiti;
- deve essere consentito agli ospiti di accedere alle proprie stanze senza dover prima attraversare altre camere da letto o servizi destinati ad altri ospiti della struttura;
- la struttura deve rispettare tutti i requisiti urbanistici, edilizi e sanitari indicati per le abitazioni;
- la struttura deve rispettare i requisiti minimi prescritti per le stanze (spazio minimo rapportato al numero di posti letto);
- la struttura deve essere dotata di servizi igienici e di tutte le attrezzature minime indicate dalla legge (doccia, vasca da bagno, lavabo, specchio con una presa di corrente, water e così via);
Esistono poi disposizioni generali che accomunano tutte le regioni italiane. Ecco quali sono i requisiti minimi della struttura se si vuole aprire un B&B:
- rispettare la dimensione minima di 8 metri quadrati per le camere singole;
- rispettare la dimensione minima di 14 metri quadrati per ciascuna camera doppia;
- il domicilio (o la residenza) del titolare deve collocarsi presso l’immobile che accoglie l’attività (o nelle sue immediate vicinanze);
- deve essere conforme alle norme di sicurezza in vigore per gli impianti elettrici, di riscaldamento e a gas, rispetto alle caratteristiche dello stabile;
- offerta della prima colazione senza che gli alimenti vengano manipolati prima di essere serviti (è esente da tale prescrizione soltanto chi possiede eventuali autorizzazioni igienico-sanitarie).
Inoltre, a seconda delle normative regionali, sono concesse da 3 a 6 stanze per struttura, con un massimo di posti letto compreso tra 6 e 20.
Le differenze, relative a questo ultimo punto, tra le varie regioni sono spesso sostanziali: ad esempio, la Sicilia permette ad ogni bed and breakfast di avere un massimo di 5 stanze per un totale di 20 posti letto, mentre la Campania consente un massimo di 3 camere per un totale di 6 posti letto.
Qualora il proprietario dell’attività dovesse eccedere tali requisiti dimensionali, l’esercizio verrebbe considerato in forma d’impresa: in questo caso, si parlerebbe di affittacamere e non più di B&B e ciò imporrebbe l’apertura di una partita Iva.
Bed & Breakfast: il requisito dell’occasionalità
La partita Iva diviene obbligatoria anche qualora il requisito dell’occasionalità non venga rispettato. Tuttavia, anche questa regola cambia a seconda della regione di appartenenza.
In genere, la legge impone un periodo di chiusura di almeno 90 giorni l’anno. Esistono poi regole ben precise relative alla permanenza consecutiva nella struttura dei vari ospiti, compresa tra i 30 giorni delle Marche e i 90 del Lazio.
Bed & Breakfast: tutti gli adempimenti necessari
Dopo aver verificato il rispetto di tutti i requisiti indicati dalla legge regionale, è necessario fare domanda al SUAP (sportello unico per le attività produttive) del comune nel quale è situato l’immobile onde ottenere i moduli necessari per compilare la cosiddetta SCIA (ovvero la segnalazione di inizio attività).
Alla SCIA bisogna allegare alcuni altri documenti, che cambiano di regione in regione (planimetria dell’immobile, contratto di proprietà o affitto dell’abitazione, copertura assicurativa, etc). La Scia è l’ultimo scoglio da superare prima dell’apertura del bed and breakfast.
Tuttavia, entro tempi ragionevoli, bisognerà avviare anche le pratiche gestite dagli uffici turistici o dalle AAPIT locali, grazie alle quali è possibile procedere con la classificazione della struttura e con la comunicazione e il monitoraggio dei clienti alle autorità che si occupano della sicurezza pubblica.
È molto importante ricordarsi di comunicare i nominativi degli ospiti all’Autorità di Pubblica Sicurezza del comune di competenza entro e non oltre le 24 ore dal loro arrivo o, comunque, prima che lascino la struttura. È altrettanto importante comunicare all’ente preposto i prezzi stabiliti per i soggiorni e per i servizi aggiuntivi, quindi esporli in maniera chiara ed evidente presso la stessa la bacheca della struttura ricettiva
Bed & Breakfast: le imposte
Tutti i proventi derivanti dall’attività di gestione di un B&B senza partita IVA dovranno essere tassati in qualità di redditi diversi, poiché tale forma di servizio viene associata a un’attività commerciale non esercitata abitualmente.
Pertanto, il proprietario del B&B dovrà procurarsi un bollettario per archiviare l’incasso e tutti i singoli corrispettivi i quali, in seguito, dovranno essere riportati all’interno della dichiarazione dei redditi, nel quadro D del modello 730 oppure nel quadro RL del modello Redditi.
Va ricordato, inoltre, che il canone Rai va pagato esattamente come se il bed & breakfast fosse una normalissima attività commerciale. Tuttavia, qualora il televisore dovesse trovarsi soltanto nell’abitazione del titolare e non nei locali comuni o nelle stanze destinate agli ospiti, allora il titolare dell’attività sarà tenuto a pagare solo il canone Rai ordinario e non quello speciale (destinato alle attività commerciali).
Anche per la tassa SIAE vige lo stesso principio. È obbligatorio, inoltre, riscuotere le tasse di soggiorno e versarle all’ente beneficiario, attenendosi alle indicazioni riportate all’interno della normativa regionale.
Va da se, che un bed & beakfast gestito in forma di impresa dovrà versare le imposte in base alla forma giuridica scelta:
- se aperto in forma di impresa individuale o società di persona: IRPEF, IRAP, addizionali, INAIL, INPS;
- se aperto in forma di società di capitali: IRES, IRAP, INAIL, INPS;
Bed & Breakfast abusivi: le sanzioni
Coloro che esercitano abusivamente l’attività di B&B, con o senza partita Iva, rischiano sanzioni particolarmente significative, che in alcune regioni possono raggiungere e superare la somma di 10 mila euro.
I reati contestabili sono quasi tutti di natura amministrativa e a questi corrispondono sanzioni pecuniarie inflitte direttamente dalle regioni. È diverso, invece, il caso del mancato pagamento delle imposte dirette (IRAP, IRES e IRPEF) e dell’IVA, la cui potestà appartiene esclusivamente all’Erario, motivo per il quale l’emissione delle notifiche di pagamento spetta all’Agenzia delle Entrate.
In caso di omessa comunicazione di inizio attività alla camera di commercio, sarà la camera di commercio stessa a notificare il mancato adempimento. Ecco i principali comportamenti omissivi da parte del contribuente:
- Omessa apertura della partita IVA per attività non occasionali;
- Omesso versamento dei contributi assistenziali o previdenziali;
- Omessa fatturazione delle prestazioni avvenute;
- Somministrazione di alimenti o bevande non consentiti o contrari alle vigenti norme igienico sanitarie;
- Locazione di un numero maggiore di camere rispetto a quello consentito dalle normative regionali;
- Mancata esposizione delle tariffe applicate, oppure applicazione di tariffe diverse rispetto a quelle esposte e pubblicizzate;
- Omesso e/o ritardato versamento delle Imposte (IRES, IRPEF, IVA, IRAP);
- Omessa apertura delle posizioni INAIL o INPS;
- Omessa registrazione dell’attività presso la camera di commercio;
- Omessa comunicazione agli organi di sicurezza del nominativo degli ospiti;
- Mancato rispetto delle norme igieniche e di sicurezza;
- Rilascio di informazioni false o errate all’interno della SCIA, oppure in seguito a richiesta da parte degli organi di controllo;
- Erogazione di servizi insufficienti ai turisti (prima colazione assente o di scarsa qualità, lenzuola sporche prima dell’arrivo, mancata esposizione delle tariffe all’interno dell’attività, etc.)
A quanto ammontano le sanzioni in caso di reati tributari e amministrativi?
Come detto in precedenza, esistono tariffe comuni a tutte le regioni italiane ed altre regolate dalle disposizioni interne di sogni singolo governo regionale.
Per quanto riguarda la mancata comunicazione di inizio attività (ovvero la presentazione della SCIA) il colpevole è esposto ad una sanzione di 516 euro, oltre che all’immediata cessazione dell’attività.
I proprietari di attività che affittano in nero, invece, sono esposti a un’ammenda pari al 10% dei tributi omessi, oltre agli interessi da calcolare sul periodo intercorrente dal giorno di scadenza del tributo stesso a quello in cui è avvenuto il versamento.
Nel caso dell’IRAP, nonostante la sua imposizione sia regolata dalle regioni, l’aliquota varia di poco rispetto al 3,9% (legato al deficit sanitario annuale della singola regione).
Esistono poi le sanzioni per omessa comunicazione alla camera di commercio, che equivalgono ad un’ammenda pari al 30% del diritto camerale da versare. Lo stesso vale per il mancato versamento dell’IVA.
Ecco di seguito qualche esempio relativo alle sanzioni comminate dalle varie regioni a chi infrange i regolamenti:
- In Campania, la mancata esposizione del tariffario viene sanzionata con una multa compresa tra 154,93 euro e 464,81 euro, mentre il soprannumero è punito con un’ammenda compresa tra 258,22 euro e 1.032,91 euro;
- In Piemonte, la mancata esposizione del tariffario espone il titolare dell’attività ad una contravvenzione compresa tra 77 e 516 euro, mentre in caso di mancato rispetto dei prezzi stabiliti, la multa è compresa tra 103 e 516 euro. Infine, chi pratica esercizio abusivo rischia un’ammenda di 6 mila euro;
- La regione Puglia punisce l’esercizio abusivo con ammende che vanno da 5 mila a 10 mila euro, mentre la mancata esposizione del tariffario è punita tramite sanzioni comprese tra 500 e 1.000 euro. In caso di overbooking (troppi ospiti rispetto a quanti è possibile accoglierne) la multa è pari a 500 euro per ogni persona in più; inoltre, il titolare vedrà sospesa la sua attività per un periodo di 12 mesi;
- In Toscana l’esercizio abusivo dell’attività è punito con una multa che può raggiungere i 3 mila euro, mentre l’overbooking con una multa che va da 200 a 1500 euro;
- La regione Liguria punisce l’esercizio abusivo dell’attività con ammende che vanno da 1.000 a 6.000 euro. Chi ospita più persone di quante la legge ne consenta rischia una multa da 500 a 3.000 euro;
- In Lombardia, l’esercizio abusivo dell’attività espone ad ammende comprese tra 1.033 e 5.165 euro. Qualora il tariffario non venga esposto correttamente, la sanzione prevista va da 129 a 387 euro. Anche l’overbooking viene sanzionato con la stessa multa;
- La Sardegna punisce l’esercizio abusivo con una multa compresa tra 5.000 e 10.000 euro, alla quale si aggiunge la revoca dell’attività. Il mancato rispetto del tariffario espone il titolare ad un’ammenda compresa tra 500 e 1.000 euro. Lo stesso vale per chi non rispetta il limite degli ospiti accolti all’interno della struttura, infrazione che comporta anche la sospensione temporanea dell’attività;
- L’Abruzzo applica multe comprese tra 150 e 1.000 euro per i soggiorni superiori a 30 giorni della stessa persona, anche se non continuativi. La stessa sanzione spetta a chi dimentica di esporre il tariffario sulla porta di ciascuna stanza oppure applica prezzi diversi rispetto a quelli precedentemente comunicati alla Direzione Regionale.
- La Basilicata applica multe da 75 a 500 euro (per ogni persona in più) in caso di un soprannumero di ospiti. Inoltre, la mancata affissione del tariffario comporta un’ulteriore ammenda compresa tra 25 e 250 euro, oltre alla chiusura dell’attività. In caso di tariffe differenti rispetto a quelle pubblicizzate o comunicate in precedenza, la multa va da 125 a 750 euro.
La terra dei sogni dice
Salve
Gli ospiti, qualora rilevassero irregolarità di qualsiasi tipo, in che modo possono inviare la segnalazione all’Osservatorio turistico regione Sicilia?